È bene conoscere i doveri del proprietario o del detentore di un animale tenuto per compagnia, perché questo consente di evitare le conseguenze del loro mancato rispetto.
Norme e principi di riferimento
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, 28 febbraio 2003, Recepimento dell’Accordo Stato-Regioni recante disposizioni in materia di benessere degli animali da compagnia e pet-therapy ha stabilito il principio in base al quale chiunque conviva con un animale da compagnia o abbia accettato di occuparsene è responsabile della sua salute e del suo benessere e deve provvedere alla sua sistemazione e fornirgli adeguate cure ed attenzione, tenendo conto dei suoi bisogni fisiologici ed etologici secondo l’età, il sesso, la specie e la razza.
L’Ordinanza del Ministero della Salute 6 agosto 2013 (rinnovata nel 2017 e quindi ancora vigente), concernente la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani, ha imposto le misure che il proprietario e il detentore di un cane devono adottare ai fini della prevenzione di danni o lesioni a persone, animali o cose.
Inoltre, la normativa nazionale e regionale per la prevenzione del randagismo richiede obbligatoriamente l’iscrizione in anagrafe degli animali d’affezione, in conformità alle disposizioni adottate dalle singole Regioni, per tutti i cani e anche per i gatti e i furetti, per i quali si richiede il passaporto europeo.
Una cosa importante da tenere presente è che il concetto di possesso/detenzione responsabile si definisce anche in considerazione dei fabbisogni degli animali e del rispetto della loro indole.
Quali sono i principali doveri del proprietario?
In base alle norme e ai principi sopra ricordati, si possono riassumere i doveri del proprietario o detentore di un animale come segue:
Rendere disponibili cibo e acqua in quantità sufficiente e in modo adeguato, tenendo conto delle caratteristiche di specie, età e stato di salute di ogni animale.
Assicurare le necessarie cure sanitarie e un idoneo livello di benessere fisico e rispetto delle caratteristiche etologiche: il benessere fisico riguarda i parametri vitali, mentre il benessere etologico riguarda la più ampia categoria delle esigenze legate al comportamento degli animali. Ad alcune specie è molto difficile assicurare condizioni di benessere etologico, come nel caso degli animali esotici, degli uccelli in gabbia o dei pesci in acquario. Per questo bisognerebbe sempre scegliere la specie animale più adatta al proprio stile di vita e alle proprie reali possibilità di accudimento e di garantire una sistemazione corretta.
Consentire un adeguato esercizio fisico: ciò rientra nelle esigenze etologiche di specie. Ad esempio, ai cani, oltre a garantire gli spazi che consentano libertà di movimento nei box e nei recinti, è necessario assicurare anche una quotidiana passeggiata, ovviamente nel rispetto dell’età e della razza; questo non solo per i benefici fisici che ne derivano, ma anche per garantire possibilità di interazione con altri animali e con l’ambiente esterno a quello domestico. Ciò favorirà l’equilibrio psicologico e la socialità.
Prendere ogni possibile precauzione per impedire la fuga: per gli animali abituati a vivere in casa, l’ambiente esterno può risultare ostile. In un contesto sconosciuto e incontrando persone altrettanto estranee, un cane o un gatto “di casa” potrebbero spaventarsi e perdersi, ferirsi o addirittura morire. In ogni caso potrebbe essere molto difficile, se non impossibile, recuperarli.
Garantire la tutela di terzi da aggressioni: alcuni animali possono risultare aggressivi, perché territoriali o poco socievoli o quando provano paura. Possono attaccare altri animali o persone, mettere a rischio la sicurezza stradale e, quindi, risultare “pericolosi” per l’altrui incolumità. Del danno causato da un animale rispondono, in alternativa, il proprietario oppure il custode. Possono essere ritenuti responsabili entrambi, qualora il proprietario abbia affidato il suo animale a una persona non idonea a custodirlo con sufficiente sicurezza.
Assicurare la regolare pulizia degli spazi di dimora degli animali: ciò significa ciotole del cibo e dell’acqua sempre pulite. Pavimenti e superfici devono essere liberi dalle deiezioni, le lettiere pulite regolarmente e tutti gli spazi tenuti in condizioni igieniche ottimali, per evitare proliferazione batteriche o di parassiti.
I doveri specifici di chi ha un cane
Per i proprietari dei cani, l’Ordinanza ministeriale sopracitata stabilisce l’obbligo di:
utilizzare sempre il guinzaglio, di una misura non superiore a mt 1,50 quanto si porta l’animale nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico, fatte salve le aree per cani individuate dai comuni;
portare con sé una museruola, rigida o morbida, da applicare al cane in caso di rischio per l’incolumità di persone o animali o su richiesta delle Autorità competenti;
affidare il cane a persone in grado di gestirlo correttamente;
acquisire un cane assumendo informazioni sulle sue caratteristiche fisiche ed etologiche nonché sulle norme in vigore;
assicurare che il cane abbia un comportamento adeguato alle specifiche esigenze di convivenza con persone e animali rispetto al contesto in cui vive;
raccoglierne le feci (nel caso conduca il cane in ambito urbano), e avere con sé strumenti idonei alla raccolta delle stesse.
Nota conclusiva
Come sopra ricordato, la conoscenza dei doveri da rispettare quando si possiede o si detiene un animale è importante per garantire la tutela dell’animale stesso, ma lo è anche perché degli eventuali danni causati da animali domestici possono essere chiamati a rispondere:
il proprietario.
la persona che se ne serve e per tutto il tempo che li utilizza.
Le principali malattie infettive contro cui si vaccina oggi il cane sono Parvovirosi, Cimurro, Epatite, Leptospirosi e Laringotracheite infettiva (tosse dei canili). Sono tutte altamente contagiose e possono essere difficili da curare. La vaccinazione antirabbica è obbligatoria solo in alcune condizioni particolari e per portare l’animale all’estero, ma può essere ugualmente consigliata dal Veterinario.
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Molte persone ritengono che la vaccinazione eseguita sul cane da cucciolo possa essere sufficiente a proteggerlo per tutta la vita. Purtroppo non è così. Per mantenere la protezione sono necessari i richiami vaccinali. Il richiamo stimola le difese immunitarie affinché la protezione sia attiva per un ulteriore periodo di tempo. In assenza di questi regolari richiami, il sistema immunitario del cane può non essere in grado di proteggerlo da malattie gravi, spesso fatali.
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La protezione vaccinale del cucciolo e le esigenze della socializzazione
Prof. Fausto Quintavalla
Università di Parma,
ordinario di Clinica Medica alla Facoltà di Medicina Veterinaria,
past president AIVPAFE
L’arrivo di un cucciolo in casa è un momento importante: si devono stabilire le basi di un rapporto destinato a durare nel tempo. E’ quindi evidente come una fase così rilevante debba essere seguita con attenzione, considerando tutte le priorità.
Le vaccinazioni
La protezione del cucciolo dalle malattie infettive è un’esigenza fondamentale: quando arriva nella nuova casa il cucciolo ha circa due mesi di età e deve essere sottoposto ad un adeguato programma vaccinale. I cuccioli, infatti, sono protetti fino ai due-tre mesi d’età dagli anticorpi trasmessi dalla madre tramite quella parte di latte materno (il colostro) che viene assunto nelle primissime ore di vita. I programmi vaccinali hanno lo scopo di stimolare le difese dell’organismo e di instaurare una protezione attiva e duratura, che andrà poi richiamata ogni anno. Nel periodo dai due ai tre mesi d’età, quindi, il cucciolo attraversa una fase delicata in cui inizia a non essere più protetto dagli anticorpi materni, mentre la protezione vaccinale è ancora in corso di instaurazione. A rendere la situazione ancor più complessa, la presenza degli anticorpi trasmessi dalla madre può ostacolare l’efficacia della vaccinazione. In questa fase il cucciolo deve essere vaccinato più volte in modo da ottenere una protezione valida. Le vaccinazioni vanno terminate non prima della 16a settimana d’età: solo così, secondo gli immunologi, si ottiene una protezione vaccinale efficace.
Verso quali malattie si vaccina?
Il cucciolo va protetto contro Parvovirosi, Cimurro, Epatite infettiva, Leptospirosi e Laringotracheite infettiva. Sono tutte malattie potenzialmente mortali, verso
le quali la prevenzione è l‘arma migliore per tutti i cani.
Esistono anche altre malattie come la Piroplasmosi, la malattia di Lyme e la Tosse dei canili, verso le quali il Medico Veterinario potrà consigliare la
vaccinazione in base alla zona in cui vive il cane ed al suo stile di vita.
Le esigenze della socializzazione
Oltre che per instaurare la protezione vaccinale, il periodo fino ai tre mesi (12 settimane) d’età è fondamentale per una corretta socializzazione del cucciolo.
Le esperienze e i contatti che il cucciolo avrà in questa fase sono essenziali per guidarne il comportamento da adulto e per la formazione di un soggetto equilibrato, in grado di convivere
serenamente con il proprietario in ogni circostanza. Passate le 12 settimane d’età, la corretta socializzazione del cane diventa molto più difficile. E’ perciò essenziale che in queste settimane
il cucciolo sia messo a contatto con le diverse situazioni con cui si troverà a convivere da adulto: il contatto con altri cani (e gatti), con persone di età differente (dai bambini agli
anziani), con il traffico cittadino, con l’uso dell’ascensore, dell’automobile, dei trasporti pubblici, etc. etc. E’ infatti oggi superata la concezione di tenere “segregato” il cane fino
alla fine del periodo vaccinale: il rischio è infatti quello di ottenere un cane che non è in grado di affrontare adeguatamente gli stimoli dell’ambiente in cui è destinato a vivere. La
gestione della socializzazione deve quindi essere affrontata con attenzione, assicurando nel contempo in questa fase una protezione vaccinale particolarmente efficace.
Il protocollo vaccinale integrato è la risposta “su misura” alle esigenze della socializzazione
Oggi i Medici Veterinari dispongono di uno specifico protocollo vaccinale integrato, in grado di associare efficacemente le due esigenze fondamentali del
cucciolo: la protezione dalle malattie infettive e lo sviluppo di una corretta socializzazione. Si tratta quindi di un protocollo pensato “su misura” per le esigenze del cucciolo (e del
suo proprietario): infatti consente di alzare al massimo grado la protezione contro le malattie infettive in una fase così delicata, consentendo al proprietario di seguire e verificare le
indicazioni del Veterinario sulla socializzazione. Il protocollo vaccinale, rispettando rigorosamente le indicazioni degli immunologi, termina non prima delle 16 settimane d’età assicurando così
al cucciolo la migliore protezione. E’ quindi fondamentale rivolgersi con fiducia al Medico Veterinario, affidandosi alle sue indicazioni e alla sua professionalità.
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