IL LINGUAGGIO

 

Anche i gatti parlano!

Capire il loro linguaggio è il sogno di ogni padrone.

Per comunicare i gatti utilizzano una complessa forma di linguaggio caratterizzata da una serie di suoni diversi tra loro e associati a particolari significati.

È dimostrato che più si parla con il proprio gatto, più il gatto sarà disposto a rendere comprensibile il suo linguaggio.

I miagolii, con le loro diverse sfumature, sono i segnali primari con cui il gatto cerca di comunicare con il suo padrone. Ci sono i “miao” per richiamare l’attenzione, i “miao” che indicano la voglia di cibo, i “miao” per manifestare il desiderio di uscire o di rientrare in casa.

Un altro suono che contraddistingue il linguaggio del gatto è senza dubbio quello delle fusa di contentezza che ci dicono che il gatto è tranquillo, rilassato e contento.

Tuttavia, secondo studi recenti, le fusa vogliono manifestare anche il senso di gratitudine che i gatti malati o sofferenti provano nei confronti di colui che si prende cura di loro.

Le fusa della madre, inoltre, sono i primi suoni che sentono i gattini e insieme ai gemiti di sofferenza sono il primo linguaggio che questi imparano.

I gatti non comunicano solamente con il loro padrone, ma esiste un linguaggio che caratterizza la comunicazione tra gatto e gatto.

Durante il combattimento il gatto produce una serie di brontolii e di gorgoglii, tutti messaggi ostili diretti al suo avversario, che diventano quasi un fischio nel momento in cui il gatto passa all’attacco.

Una vocalizzazione così aggressiva spesso viene scambiata per richiamo sessuale.

In realtà, invece, il “canto” della gatta nella stagione degli amori è caratterizzato da miagolii intensi, insistenti e acuti, percepibili anche a grandi distanze, con cui la femmina chiama il maschio e dichiara la sua disponibilità all’accoppiamento.

Una cosa è certa: il gatto utilizza la voce per comunicare con il suo padrone. Tuttavia, questo è solo uno dei tanti mezzi di comunicazione di cui i gatti sono stati dotati dalla natura.

Non bisogna dimenticare, infatti, che i gatti utilizzano anche le zampe, la coda e la mimica facciale per comunicare.

Infine anche i “soffi” fanno parte del linguaggio del gatto.

I gatti soffiano producendo un suono molto simile a quello di un serpente arrabbiato quando si vengono a trovare in una situazione pericolosa, o più semplicemente quando si tenta di dar loro una medicina.

 

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Il GIOCO nel GATTO

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Anche il GIOCO

svolge una funzione importante nell’educazione del gatto.

 

È fondamentale per il suo sviluppo fisico e sociale.

Fin dai primi mesi il gattino ama giocare: si arrampica, salta, balza sugli oggetti in movimento ed è interessato a tutto ciò che c’è di nuovo.

Il gioco sviluppa le capacità muscolari del gatto.

Gli studiosi di etologia lo ritengono essenziale, dato che un micio privato dei giochi, soprattutto nel periodo della socializzazione (tra le 4 e le 8 settimane di vita), non solo può soffrire di carenze affettive ma sarà anche meno intelligente rispetto a gatti che hanno sperimentato a fondo il gioco.

Quando il micio gioca apprende sempre qualcosa di utile.

Giocando impara a saltare, a rimanere in agguato, ad afferrare, a tendere imboscate (anche immaginarie!), a inseguire: in questo modo riesce a sviluppare tutte le capacità fisiche e mentali che l’aiutano a conoscere il mondo che lo circonda.

Il gioco, inoltre, sviluppa l’intelligenza, l’abilità, l’agilità e la socievolezza del gatto.

Esistono giocattoli di tutti i tipi, ma quelli preferiti dal gatto sono quelli che ricordano la preda: palline, gomitoli di lana, pupazzetti di peluche e così via.

I giochi, quindi, oltre a stimolare il movimento del gatto, a richiamare il suo istinto predatorio (gioco della caccia al topo, all’uccello, al pesce), possono aiutarci a educarlo. 

Educare il gatto con il gioco è un modo efficace per ottenere una sua buona azione.

Offrire un gioco come premio o ricompensa dopo che l’animale si è comportato in maniera corretta ci aiuterà ad insegnargli le regole per una buona educazione e per una serena convivenza.

Tutte le volte che il gatto risponde al proprio nome, fa i bisogni nella sua lettiera, non graffia divani e tende, prende una medicina, non aggredisce gli ospiti può essere premiato subito con un gioco, per incoraggiarlo a comportarsi sempre così.

Il momento del gioco, però, dovrà essere immediatamente successivo all’atto meritorio, altrimenti il micio non sarà capace di collegare quale tra le sue azioni gli ha fatto conquistare un momento così divertente.

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PERSONALITÀ

non esistono due gatti uguali, ognuno ha la propria personalità.

Il carattere, nei gatti, varia a seconda degli individui, ma le differenze possono dipendere anche dalle caratteristiche della razza e dall’ambiente in cui vivono.

Tuttavia, diversi comportamenti sono riconoscibili in ogni gatto: sono atteggiamenti nei quali è possibile ritrovare un preciso significato.

Capire il comportamento dei gatti e saper interpretare i loro gesti è importante, non solo per intuirne le intenzioni, ma anche per impostare una buona convivenza.

 

Perché il gatto ama strofinarsi contro le gambe delle persone?

È il suo rituale di benvenuto, il suo modo di salutarci. Ma, nello stesso tempo, è un modo per sentire l’odore e per marchiare l’uomo con il suo: lo scambio di odori è molto importante per il gatto e lo fa sentire più a suo agio con i padroni.

 

Perché il gatto “impasta” con le zampe anteriori il grembo del padrone?

È un comportamento infantile che il gatto manterrà per tutta la vita.

Quando vede una persona seduta e con il ventre libero, il micio riceve segnali simili al richiamo di mamma gatta per la poppata. Così ridiventa cucciolo, ed esegue sulla pancia o sulle ginocchia tutti quei movimenti di impastatura (detta anche “danza del latte”), necessari a procurarsi il latte materno.

 

Perché il gatto muove la coda in certe situazioni?

Di solito si crede che il gatto sia arrabbiato, ma in realtà l’animale dimostra di trovarsi in uno stato conflittuale: vorrebbe fare due cose nello stesso momento, ma una esclude l’altra.

Dunque, quando il gatto è attratto da due desideri opposti, la sua coda reagisce come se il corpo fosse prima spinto da una parte, e poi dall’altra.

 

Perché il gatto soffia?

Quando il micio si trova in una situazione pericolosa, emette un suono (soffio) molto simile a quello prodotto da un serpente arrabbiato nella stessa condizione: imitandolo, il gatto vuole dare l’impressione al suo nemico di essere pericoloso e velenoso.

 

Perché il gatto arcua la schiena e drizza il pelo?

Solitamente assume questo comportamento quando si sente minacciato da un cane o durante un combattimento tra gatti. Il gatto arcua la schiena, solleva il pelo e si mette di traverso rispetto al suo nemico, per ottenere un effetto di ingrossamento e spaventare l’avversario.

 

Perché al gatto piace farsi le unghie sui divani o sulle poltrone?

Il gatto non solo sfrutta i nostri mobili per affilarsi le unghie.

Graffiare poltrone e divani è anche un ottimo allenamento e un esercizio di rafforzamento nello sfoderare e ritirare le unghie, movimento fondamentale per catturare le prede, per combattere o arrampicarsi. È anche un modo per lasciare il proprio odore e marchiare il territorio.

 

Perché al gatto piace stare in alto?

Non è solo un modo per tenere sotto controllo il suo territorio, ma anche per tenere d’occhio una preda, per riposare in tranquillità, per “parlare” con i padroni.

Molto spesso, infatti, per salutare l’uomo e per ricevere coccole e attenzioni, i gatti cercano luoghi elevati (il tavolo, la credenza, i mobili della cucina), grazie ai quali la comunicazione è più diretta.

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 AGGRESSIVITÀ

I gatti generalmente sono animali affettuosi e ottimi compagni di vita.

Tuttavia non è raro che improvvisamente il micio abbandoni la sua docilità per comportamenti aggressivi, attaccando con morsi o graffi.

l’aggressività può essere diretta ai padroni, alle persone in genere o ad altri gatti.

Inoltre può essere scatenata da diverse cause tra cui il gioco, la paura, la difesa del territorio, il contatto fisico prolungato.

È utile ricordare che i comportamenti aggressivi del gatto, sebbene legati alla sua natura di animale predatore e cacciatore, non devono mai essere trascurati.

Un gatto aggressivo può diventare pericoloso per noi e per chi ci circonda.

Come comportarsi in caso di aggressività del gatto?

L’aggressività da gioco è facilmente riconoscibile: il gatto assume le stesse posture di quando è a caccia di prede (posizione accovacciata, orecchie abbassate che si muovono avanti e indietro, coda che si muove da una parte e dall’altra, zampe anteriori che “abbracciano” le nostre mani, le braccia o i piedi mentre sta mordendo).

Il micio attacca quando meno ce lo aspettiamo, e i suoi graffi o morsi solitamente non provocano alcuna ferita.

L’aggressività da gioco può essere placata offrendo all’animale diversi accessori su cui sfogarsi e soddisfare le sue esigenze di movimento. È importante non fornire al gatto le nostre mani e i nostri piedi come giochi: contribuirebbero solamente a spingerlo a morderci o a graffiarci.

Meglio usare giocattoli appropriati e scoraggiare i suoi attacchi, ad esempio con uno spruzzo d’acqua.

L’aggressività territoriale o di difesa può essere controllata offrendo al micio bocconcini di cibo, giochi e attenzioni in presenza di estranei.

Tuttavia, può essere difficile da gestire e può richiedere l’intervento del veterinario, che si rivelerà utile anche nei casi in cui i comportamenti aggressivi siano causati da malattie (ad esempio la rabbia) o dall’uso di alcuni farmaci.

L’aggressività da contatto fisico prolungato secondo alcuni può essere dovuta a uno stato di stress del gatto o a una forma di dominanza.

Sono i casi in cui il gatto, che fino a poco prima accettava di buon grado le nostre carezze, improvvisamente ci morde o graffia. Sebbene questi attacchi siano improvvisi, il micio spesso e volentieri manifesta segnali di intolleranza alle coccole prolungate: è agitato, dimena la coda, muove le orecchie, cerca la nostra mano o si gira verso di noi.

In queste situazioni le punizioni fisiche non servono, anzi possono essere controproducenti:

il gatto può diventare ancora più aggressivo o associare il momento delle coccole a una punizione.

È consigliabile allora, nel caso in cui avvertiamo segnali di intolleranza, smettere subito di accarezzare l’animale o abituarlo a ricevere le carezze offrendogli delle piccole ricompense di cibo, in modo che possa associare le coccole a momenti più graditi e “gustosi”.

Il veterinario, o esperti di comportamento dei gatti, restano le persone a cui rivolgersi per trovare una soluzione all’aggressività del nostro amico a quattro zampe.

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